Michele Stellacci
STREET ART | Marche
Designer, costruttore, illustratore e amante della terra, si è occupato di allestimenti e scenografie nel centro culturale “Officina San Domenico” nel centro storico di Andria in Puglia, spazio in cui ha realizzato un piccolo orto urbano in permacultura, affinché gli abitanti del quartiere fossero consapevoli dell’importanza e della cura che c’è dietro ciò che mangiamo e anche di quanto il fatto stesso di prendersi cura di un orto fosse intrinsecamente terapeutico.
Ha collaborato alla realizzazione di numerosi murales in Puglia e Basilicata.
Laureato in Design del prodotto al Politecnico di Milano, idea, progetta e costruisce scenografie con materiali di recupero mischiando tecniche e stili diversi. Attualmente è in residenza a “La Fabbrica”, centro ibrido di sperimentazione culturale dove collabora nella costruzione itinerante di allestimenti per eventi.
Pretesezero, invece, nasce durante il periodo del lockdown, nel quale Stellacci comincia ad esternalizzare i suoi moti interiori attraverso piccole vignette, esplorando buffi avvenimenti del passato e desideri reconditi per il futuro, tenendo uno sguardo al presente “senza troppe pretese”. Perché le pretese generano aspettative che spesso non corrispondono alla realtà.
Descrizione progetto in concorso
ZZZ-SVEGLIA!
Progetto realizzato in occasione della notte bianca a “La Fabbrica”. I protagonisti della storia sono ispirati allo Scazzamurrieddhru, un folletto del folklore dell’Italia meridionale. I personaggi sottraggono il sonno alle persone in attesa di entrare nello spazio e una volta rubato tutto il bottino, nel correre via fanno accidentalmente cadere il contenuto dei sacchi. In realtà i due folletti, rubando il sonno alle persone, non stavano altro che ‘’accendendo’’ alle menti, rendendole sveglie e consapevoli nell’abitare lo spazio (tangibile e relazionale). Zzz-veglia! è un invito a non essere utenti passivi che usano e consumano i luoghi, ma dei germogli attivi che li rinvigoriscono e ne condividono i valori di serenità e convivialità tanto da diventarne loro stessi i portavoce in ogni luogo che attraversano.
In linea di massima le opere di Michele Stellacci sono un tentativo di riportare ciò che osservando il bosco è chiaro, ma che ci si dimentica quanto più si è distanti da lui. la complessità e l’eterogeneità dei sistemi sono la forza e la chiave per raggiungerne l’equilibrio. Così come si è stupefatti e meravigliati della nascita, bisognerebbe esserlo anche della morte e della distruzione, non contrastandole, ma danzando con esse, per poi comprendere che mescolarsi, scomporsi e ricomporsi sia l’unico modo per non soccombere.