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Francesco Mangiapane

DANZA | Toscana

Dopo essersi formato presso la Scuola del Balletto di Toscana, Francesco si laurea con lode in Discipline Coreutiche presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma.

Interprete eclettico, danza in creazioni di coreografi di fama internazionale tra cui I. Vo, A. Bigonzetti, R. Yokoyama, M. Pogliani, E. Palmieri, F. Miseria, A. Benedetti e molti altri.

Insegnante appassionato di tecnica e composizione della danza, collabora con rinomati istituti di formazione in Italia e all’estero (Spagna e Inghilterra), contribuendo ai successi ottenuti in prestigiosi concorsi internazionali come Tanz Olymp, Miami IBC e Rieti Danza.

È Guest Teacher e talent scout per diverse associazioni internazionali, lavorando al fianco di artisti come S. Scherzer, M. Vegis, R. Justino, D. Simic, E. Hertel, G. Diaz.

Tra i suoi lavori coreografici per Kaos Balletto di Firenze ricordiamo: In Anima, La Divina Commedia, A proposito di Socrate, G – La ragazza con l’orecchino di perla.

Firma anche regie video-teatrali come Le corps de l’actrice, Slum e il cortometraggio sperimentale Chroma Key – La vita dei colori semplici, esposto presso la galleria d’arte contemporanea Treespace Gallery di Londra.

Nel 2021 fonda la compagnia Rame Dance Phylum, con cui si esibisce tra Stati Uniti, Tunisia, Italia e Polonia.
Nel 2024 è cofondatore del programma intensivo CÒRA CBC, laboratorio di ricerca e rigenerazione dedicato alla danza contemporanea e alla formazione coreutica.


HIGANBANA \ NEVERENDING SPELLS
SINOSSI

Coreografia: Francesco Mangiapane
Danza: Vita Motta
Musica: Hirajoshi | Lena Willemark, Karin Nakagawa & Anders Jormin
Durata: 06.00 min

L’opera prende ispirazione dal fiore giapponese dell’equinozio d’autunno, anche detto Higanbana, fortemente presente nel folklore nipponico e nelle antiche leggende, dove è spesso associato ai regni ultraterreni.

La pièce si esprime all’interno di uno spazio sospeso, un non-luogo di incontri invisibili, dove il gesto ricama la morfologia vegetale del fiore del ragno rosso.

Una suggestione danzata accompagnata da una scala pentatonica di Hirajōshi, una preghiera, dove il corpo diventa un tramite, un legame per raccontare il mondo dell’aldilà o, più semplicemente, la connessione con l’assenza.

Dedicato a Ranko Yokoyama.