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Simone Marino

CINEMA |

SHORT MOVIE: HOUSE PARTY

 Simone Marino è nato a Roma nel 1996. Dopo la laurea triennale in filosofia presso l’Università di Roma La Sapienza, lavora come stagista sul set della serie tv “The new pope” di Paolo Sorrentino e come assistente casting per il film “L’immensità” di Emanuele Crialese.

Viene ammesso nel corso di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia per il triennio 2020\2022, grazie al suo primo cortometraggio dal titolo “Un figlio” (2019). Nel 2020 gira il documentario “Potrebbe Piovere”, mentre sono rispettivamente del 2021 “Il Dilemma del Porcospino” (“The Hodgeog’s Dilemma”, presentato in anteprima italiana al Roma Creative Contest) e del 2022 “Houseparty”, con cui vince il premio del pubblico al Free Aquila Festival. Sempre nel 2022, nell’ambito del progetto Sugar tra la casa discografica Sugar Music e il Centro Sperimentale di Cinematografia, viene scelto per dirigere il corto poliziottesco “Il caso è chiuso, andate in pace” (The case is closed, go in peace). Il corto viene selezionato come evento speciale al Torino Film Festival. Nel 2023 dirige la mini serie “Red Rail”, prodotta da Campari e Centro Sperimentale e presentata al Festival di Venezia. Sempre nel 2023, Il suo corto di diploma intitolato “Il difetto dell’astice blu” (The oddity in the blue crayfish) è presentato al RIFF.



Descrizione progetto in corso:

Il film nasce dall’interesse totale che il regista ha per il mondo dei social, che si tratti di Instagram, Tik Tok o Onlyfans. Secondo il regista il cinema possa e debba raccontare questo tipo di mondi, senza bontà o moralismi. Dopo esserci documentato per circa sei mesi, tra i contenuti social e la possibilità di entrare in contatto con veri tiktoker. Il regista ha frequentato le loro feste durante la prima pandemia, uscendo nel cuore della notte e girando di casa in casa con loro (per i quali nutriva e coltiva davvero un amore che non riesco a spiegare), li inseguiva mentre viaggiavano in mini-van NCC o, addirittura, in limousine. Anche gli attori che ha utilizzato sono riusciti a metterli in contatto con questi personaggi reali, cercando poi di lavorare su una mise-en-scène sopra le righe che non diventasse involontariamente una parodia. “Houseparty” non è solo voglia di mettersi in mostra e di esibirsi. È proprio il desiderio ancestrale di farsi guardare e di andare oltre tutto per raggiungere il divertimento. E forse essere guardati è il godimento più forte di tutti.