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Miriam Fricano

TEATRO |

Miriam Fricano nasce a Palermo e si trasferisce a Roma subito dopo la maturità per frequentare l’Accademia Internazionale di Teatro dove si diploma nel 2016 come attrice e aiuto regista. 

Durante gli anni della formazione entra in contatto con registi quali A. Baracco, D. Nuccetelli, S. Viali e R. Mortelliti.

Negli stessi anni studia scherma scenica con il maestro d’armi ed attore Sandro Maria Campagna. Parallelamente inizia ad approfondire il canto con la performer e cantante Rosy Messina e recitazione in inglese con l’attrice madrelingua Gabrielle Chiararo. 

Nell’autunno 2021 tramite un workshop conosce la compagnia Frosini/Timpano con la quale attualmente collabora.  Nello stesso anno inizia a seguire le prove dello spettacolo “Hybris” di RezzaMastrella per prenderne parte nelle date del debutto romano al teatro Vascello nella stagione 2023. Nell’autunno 2022 prende parte, come aiuto regia, nell’ultimo lavoro “Vicina” della regista e attrice Francesca Blancato (finalista del premio Dante Cappelletti al teatro India di Roma). 

Nel 2023 inizia a collaborare con la drammaturga Gioia Battista per la realizzazione dello spettacolo “Fake Fame”.

DESCRIZIONE PROGETTO

FAKE FAME

Una ragazza, un cerchio di specchi, una vita in sospeso.

I tentativi di accettazione e i tentativi di cambiamento, sempre spinta da uno specchio all’altro, da un’immagine all’altra, da un’identità all’altra.

Ma qual è la vera lei? Cos’è che cerca in tutti quegli specchi? Cos’è che cerca e che non trova nelle infinite immagini di sé?

È una voce, sono più voci, che parlano tutte contemporaneamente nella testa, è un monologo, sono più monologhi, una rete fitta di parole che si attorcigliano come i ricci sulla sua testa, qualcosa che non riesce a districare, qualcosa che non si può spiegare.

Tutto ciò che c’è al di fuori e che è finto, tutto ciò che non è, tutte le parole che non ha detto, come un lungo flusso arrivano a lei, riflesse dalle immagini delle altre persone, riflesse da quello che crede vedono in lei.

È fame di vita ma è anche necessità di riempirsi di significati, di parole, di identità. È fame ma è anche fame (/feɪm/), successo, quello che si insegue perché si pensa sia la chiave di tutto.

*Miriam* sul palco attraversa un labirinto di voci e figure, distorsioni della realtà e ripercorre momenti importanti della vita, arrivando ad un bivio, un punto in cui tutto è bianco o nero, tutto è finito o tutto deve appena iniziare.

Sarà questo punto di svolta a cambiare tutto, una scoperta di sé, di una nuova vita, di qualcosa che non si trova in nessuno specchio.