Skip to main content

Michele Santini

SCULTURA | LAZIO

ErProsit (Michele Santini) nasce a Roma nel 1993 dove risiede tutt’ora. Finito il liceo studia per due anni Make Up, specializzandosi come truccatore cinematografico con indirizzo in effetti speciali, qualificazione riconosciuta a livello europeo che gli ha permesso di entrare in contatto con lo studio dei materiali e la presa di calchi dal vivo.

Da sempre interessato al mondo della street art, nel 2016 partecipa al Festival Gianmaria Volontè insieme ad artisti internazionali cimentandosi nell’istallazione esterna “Quarta Parete” prima scultura dell’artista di riproduzione anatomica a grandezza naturale in resina.

Negli anni successivi affina le proprie doti artigianali lavorando svariati materiali come il cuoio, la resina e il legno prestando la sua collaborazione in vari laboratori romani.

Dal 2020, conscio di aver maturato la giusta esperienza manuale, inizia la produzione di installazioni personali, proponendo, realizzando e esponendo installazioni artistiche scultoree per l’Italia e assistendo numerosi artisti nella manipolazione ed utilizzo della resina, materiale in cui è ormai massimo esperto. 

Per ErProsit la tela è l’elemento fondamentale della sua poetica, poiché in essa vede e sente un sottile confine tra il mondo reale e infiniti universi onirici che aspettano quieti il loro realizzarsi richiamando, parlando ed ispirando la mente dell’artista. Il sottile strato di tessuto divide e al contempo unisce l’artista e l’Iperuranio platonico con un continuo scambio reciproco. Le opere sono quindi realizzate in un atto di creazione istintiva e folgorante. ErProsit focalizza il suo studio sull’uomo riconoscendo nell’imperfezione dell’anatomia umana la perfezione estetica artistica del minimo dettaglio che rende unico ognuno di noi.

Altra parte integrante del gioco artistico messo in atto da ErProsit è il pubblico, considerato esso stesso parte dell’opera in quanto si relaziona all’installazione artistica guardandola, toccandola, specchiandosi o semplicemente standogli vicino. Pur sembrando banale, senza una relazione opera-uomo l’arte perde di qualsiasi significato.

Descrizione Progetto in Corso

Icone

Utilizzando la grande rivoluzione messa in atto da Matisse con l’opera Icaro Jazz come argomento di riflessione, il gruppo scultoreo Icone indaga il ruolo e la concezione dell’artista contemporaneo utilizzando la figura di Icaro come personificazione moderna dell’animo del creativo stesso. L’artista è Icaro che si svincola dai limiti imposti dai più adulti, è l’impulso creativo che trasforma l’Uomo in Demiurgo. Icone rappresenta la psiche di Icaro-Artista, rielaborando quattro aspetti psicologici ben precisi: il Narcisismo, la Creatività, la Superbia e il Senso di libertà/esplorazione, i principali aspetti che accomunano positivamente o negativamente Icaro e l’artista moderno. Il narcisismo è rappresentato da un mezzo busto maschile con il petto in fuori e una mano conficcata in un occhio, simbolo dell’accecamento causato dall’egocentrismo. La creatività è raffigurata da un mezzo busto femminile rilassato, con una mano che indica la fronte e l’altra che sorregge una matita, simbolo della sublimazione creativa dalla psiche. La superbia si manifesta in una figura maschile bifronte, con braccia tese e imprigionate, che urla disprezzo verso creatività ed esplorazione. Infine, l’esplorazione è incarnata da una figura femminile che spinge verso la libertà, con un braccio teso verso l’esterno e l’altro ancora imprigionato. Solo studiando noi stessi interiormente è possibile svincolarci dalle catene che ci bloccano a terra e poter finalmente guardare oltre, fissare il sole. Ma il desiderio del sole verso il quale volare non è più un peccato esecrabile: è il naturale istinto che porta gli esseri umani ad alzarsi per raggiungere prima di tutto sé stessi, trovando un centro alla propria molteplicità ed infine, liberi, volare in cieli ancora sconosciuti. Il gruppo scultoreo invita a riflettere sul processo di autoesplorazione necessario per liberarsi dai vincoli e aspirare a nuovi orizzonti, trovando un equilibrio tra sé stessi e la libertà creativa.