Lorenzo Guerrieri
TEATRO |
Lorenzo Guerrieri nasce nel ’91 a Roma. È laureato in Lettere. È attore, autore e regista teatrale. È autore e interprete dello spettacolo Xenofilia (semifinalista al Premio Scenario 2015). Con la Compagnia Fucina Zero è autore, regista e interprete dello spettacolo La Madonna dei Topi (Teatro Basilica, 2022). Con la Compagnia Garbuggino/Ventriglia è attore nel progetto Desiderio (2023), prodotto dal Nuovo Teatro delle Commedie, con il sostegno di Teatro della Tosse e Kilowatt Festival. Con Niccolò Fettarappa è regista e interprete dello spettacolo Apocalisse Tascabile (vincitore di Inbox 2021, Directon Under 30 2020 e altri premi) e di La Sparanoia (2023), coprodotto da Sardegna Teatro e Agidi, con il sostegno di Armunia, CLAPS, Officine della Cultura, Carrozzerie n.o.t. e Spazio Zut. Nel 2023 scrive e interpreta il monologo Esercizi di resurrezione, presentato a Carrozzerie NOT, selezionato dal Festival Risveglio di Periferia e vincitore come miglior spettacolo del Festival Inventaria 2023.
ESERCIZI DI RESURREZIONE
Di e con Lorenzo Guerrieri
Primo Studio presentato a Carrozzerie n.o.t. / Selezionato dal Festival Risveglio di Periferia / Vincitore come miglior spettacolo al Festival Inventaria 2023
Niente, è andata così. Lorenzo non ce l’ha fatta. Un giorno si è svegliato nel suo letto completamente putrefatto. Sarà che ha trent’anni e vive una vita emotiva di precariato e una vita lavorativa di dipendenza affettiva, saranno l’ansia, la sua scarsa capacità auto-imprenditoriale, fatto sta che Lorenzo si è svegliato decomposto, di lui non rimane che uno scheletro. Difficile uscire di casa e farsi vedere in giro, per un morto vivente. Difficile raccontare a qualcuno la propria condizione. Lorenzo si ritrova così a marcire tra le mura della propria camera, incontrando tramite internet un mondo esterno delirante e subendo le angherie dei propri surreali demonietti interiori, che puntualmente lo invitano alla positività, al sorriso e all’ottimismo incondizionato asservito al dominio dell’ideologia dominante, del solipsismo e del mito del self-made man. Impossibile trovare lo spazio, dentro o fuori di sé, per un po’ di sana disperazione. Impossibile coltivare la propria malinconia. Bisogna darsi da fare. La malinconia è, oggi, completamente censurata, rimossa. La depressione è una colpa individuale per cui meritiamo l’esilio e la scomunica sociale. La soluzione alla depressione è il fare, ma possibile che non c’è soluzione al fare? Non si può rischiare di essere felici per il motivo sbagliato. Meglio farsi cacciare da ogni paradiso. Meglio risorgere nella putrida carne.