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Elena Pellegrino

DANZA | Lazio

Elena Pellegrino nasce a Napoli il 21/02/1998 ed è una coreografa italiana emergente.

Nel 2015 affianca Marcella Martusciello come assistente e aiuto-coreografa nella realizzazione dello spettacolo Scappanapoli della compagnia Malaorcula in scena al teatro Santa Teresa di via Nicolardi (NA).

Nel marzo del 2019 prende parte alla prima tappa del progetto Genealogie: le radici del corpo, a cura di Luna Cenere, presso L’Arboreto Teatro Dimora di Longiano. A luglio sempre dello stesso anno prende parte al progetto Archeologia del Movimento a cura di Marco de Alteriis e Rosanna Sicignano.

Dal 2019 fa parte dei Damnedancers di Shady Salem.

Nel 2022 consegue il diploma della formazione triennale Damnedancers, riconosciuto CONI e CSEN, con annesso tesserino tecninco abilitante all’insegnamento della danza contaminata.

A giugno del 2023 vince come coreografa il bando nazionale “cosidanzi”, una residenza artistica per la giovane danza d’autore a cura di Rozenn Corbel alla sua settima edizione.

Vince come coreografa la competizione “SOLO” presso la Damnedhouse. 

Da settembre del 2023 fa parte del corpo docenti della Damnedhouse.

E’ una dei coreografi dell’evento “Choreoframe”, a cura di Marilina Lippolis e in collaborazione con il Roma Talent, per l’edizione di febbraio 2024.

DESCRIZIONE PROGETTO IN CONCORSO: “POSTERIORI A PRIORI”

Le locuzioni latine “a posteriori” e “a priori” letteralmente si traducono con “da ciò che è prima” e “da ciò che viene dopo” e compaiono per la prima volta nella storia della letteratura latina nei commentatori di Aristotele. 

A priori in filosofia rispecchia una conoscenza insita nell’uomo, mentre a posteriori ne indica una  costruita su dati sensibili dedotti dall’esperienza. 

Questo lavoro analizza il processo di un susseguirsi di scelte che inevitabilmente confluiscono nella caratterizzazione di una persona nella sua complessità.

L’opera ideata e sviluppata nell’ autunno del 2023 prende avvio dall’utilizzo della traccia musicale della scena finale del primo atto del balletto di repertorio classico “Giselle”, sradicandola completamente dal suo contesto originario.

Tecnicamente parlando, i tre performer provengono da tre discipline diverse: danza contemporanea, contaminazione urbana e breakdance, nessuna delle quali normalmente abbinata alla scelta musicale.

L’obiettivo è quello di rivoluzionare il tradizionale e contaminarlo con l’attuale senza mai mancargli di rispetto e senza mai mancare di rispetto ai messaggi che ha perpetrato nel tempo.

Giselle impazzisce e della sua follia e del suo dolore muore.

Il dramma di un individuo alla ricerca della sua integrità non è poi tanto diverso, con la rivoluzione e l’accettazione, però, che non ci sia giusto o sbagliato, ma solo giusto per me e sbagliato per me.