Chiara Mastrangelo
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Chiara Mastrangelo (Firenze, 1994) ha iniziato il suo percorso artistico presso l’Istituto d’arte
Porta Romana e si è poi laureata all’Accademia di Belle Arti di Firenze in Arti Visive e Nuovi
Linguaggi Espressivi del biennio specialistico di Pittura (2019).
L’iniziale interesse per la pittura, si è con il tempo trasformato in un attenzione posta all’uso ed
al riuso di materiali, favorendo la creazione di opere scultoree di assemblaggio. Ogni scelta, in
tal senso, si adatta alle specifiche esigenze del progetto in questione ed al messaggio che si
intende proporre.
Attraverso l’espressione artistica, si pone l’obiettivo di rispondere ad una specifica domanda:
che cosa ha valore oggi?
Ha partecipato a mostre collettive presso gallerie d’arte o spazi adibiti in varie città italiane, tra le
quali Diritto dell’Uomo, presso il Centro Robert F. Kenndy Human Rights di Firenze (2013),
IV Biennale d’Arte di Contemporane di Viterbo (2016); Opera in Corso, presso la Free Art
Gallery di Perugia (2016); Workshop FormArti 2017: cantiere per giovani artisti, presso La
Fondazione Primo Conti di Fiesole e la Fondazione Il Bisonte per le Arti Grafiche di
Firenze, con esposizione presso Sala Costantini di Fiesole; La Vita dell’Arte, presso la
Galleria A60 Contemporary Art Space di Milano (2020); Ecofestival Plastica d’A-Mare presso
il Porto Turistico di Roma (2020); Beyond the Limits, presso Palazzo Ducale di Genova
(2022); Fiera d’Arte Booming Contemporary Art Show di Bologna (2022 – Esposizione
dell’opera Viandanti, vincitrice di una menzione speciale al Festival Plastica D’A-Mare di Ostia
nel 2020); NOW no waste art, nei locali della Galleria d’Arte La Fonderia di Firenze (2023).
Nel 2016 è risultata, assieme ad altri studenti dell’Accademia, vincitrice di una borsa di studio
per la partecipazione al corso di pittura CSU Summer Art presso l’Università di Monterey Bay
in California (USA).
Descrizione progetto in concorso (max 20 righe):
Inefficient Self-Portrait è un automa meccanico assolutamente inutile. Nata per essere
improduttiva, la scultura è in grado di respirare, simulando il termine primo della vita di
qualsiasi essere umano e donando, all’osservatore, lo sgomento naturale che deriva dall’idea
che possa improvvisamente spalancare gli occhi.
La figura dell’automa è stata scelta quale chiaro rimando ad una operosità ideale e la sua
inefficacia quale suggerimento a prendere la vita in maniera più rilassata e consapevole per il
bene di tutti.