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Chiara Marchetti

LETTERATURA |

Chiara Marchetti, nata a Latina nel 2001, vive a Sezze, e lavora sul territorio della provincia di Latina.

Studia a latina, e frequenta l’Accademia di recitazione “TeatroAzione”, a Roma.

Vive amando ogni forma d’arte, sin da sempre. 

“La mia passione, che inizia fin da quando ero bambina, e mi accompagna ancora oggi, nasce da un bisogno imperterrito di raccontare il mondo, oltre che di raccontarmi. Le parole mi hanno sempre aiutata a star bene, in qualsiasi forma esse fossero.”

Scopre, ad un certo punto della vita, di poter unire le due sue passioni più grandi: la scrittura e la recitazione.

Si diletta nello scrivere poesie, racconti, testi teatrali, raccolte, e capitoli di libri, che spera di pubblicare al più presto.

Continua tutt’oggi la sua formazione con numerosi workshop, seminari, e corsi di vario genere, come il workshop di doppiaggio con Massimo Rossi (2023), il seminario di doppiaggio presso la Tecnomovie, a Roma (2021), il workshop di Voce e Metodo Linklater, con Valeria Benedetti Michelangeli (2022), il seminario di drammaturgia teatrale “InScena”, con Letizia Russo (2022), il workshop di recitazione con Manuela Mascherini (2023), ed altri affrontati precedentemente.

Fa parte di un’associazione, “La Macchia” che comprende numerosi progetti, di natura culturale, musicale, sportiva ed enogastronomica.

Tra questi il “CineTeatroEvado”, grazie al quale hanno la possibilità di ospitare spettacoli di artisti più e meno noti, di portare propri spettacoli in scena, e di sperimentare con i bambini ed i ragazzi dei corsi di recitazione.

Ha studiato canto per più di dieci anni e, anche se continua a cantare, ha smesso di prendere lezioni qualche anno fa, per dedicarsi completamente alla recitazione e alla scrittura.

Descrizione opera:

“Trigger”, è un’opera delicata, al contrario di quel che potrebbe apparentemente sembrare.

La protagonista è affetta dalla sindrome di Asperger, una condizione particolare di autismo, che può impattare sulle relazioni sociali, sulla comunicazione, e sulle abilità comportamentali di un individuo.

Chi ne soffre, potrebbe non saper gestire in autonomia le proprie emozioni, vivendo spesso nel rischio di compiere errori irreparabili.

Non è sempre noto, ed evidente, che queste persone abbiano tale problematica.

Il titolo dell’opera richiama il termine “zona trigger”, utilizzata in medicina per indicare un punto anatomico, ipereccitabile, la cui stimolazione può scatenare manifestazioni parossitiche, di dolore o di movimento.

Il “trigger point” della protagonista è la “normalità, un concetto assai ampio e relativo, che in lei scatena uan reazione incontenibile, affrontata con la tranquillità immane.

L’autrice utilizza numerose metafore, nell’intento di arricchire la potenza espressiva, e creare delle immagini, quanto più specifiche, davanti agli occhi del lettore, o dello spettatore.

Il pensiero ossessivo della protagonista, che la porterà ad uccidere sua sorella, è lo stesso con il quale ha convissuto per anni, senza che nessuno le avesse mai diagnosticato alcun disturbo.

La protagonista, all’inerno dell’opera, ripercorre pensieri e ricordi, che la portano a distaccarsi dalla realtà momentanea, fino a vivere tutto come

Il testo è ricco di punteggiatura, e di respiri. Il ritmo della narrazzione appare abbastanza lento, ricco di descrizioni, riflessioni e pensieri della protagonista.