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Benedetta Cammarota

GRAFICA |

Benedetta Cammarota è un’artista romana di 24 anni formatasi artisticamente tra l’Accademia di Belle Arti di Verona e lo IUAV di Venezia.
Partecipa nel 2019 alla prima edizione di In.Con.Tra, Festival delle Relazioni, promosso da Progetto Giovani della mostra “Tende al Mare” e, nello stesso anno, vince il concorso di FIRST STEP 10, premio espositivo e formativo promosso dall’Accademia di Belle Arti di Verona in collaborazione con gallerie, musei, fiere e spazi d’arte no profit italiani e internazionali
esponendo per un mese presso la galleria Fuori Le Mura di Verona con la mostra “Cara Catastrofe”. Collabora nel 2020 alla Redazione di Casa degli
artisti di Milano e, conseguita la laurea in Decorazione nel 2021, si sposta nell’isola di Venezia dove frequenterà il primo anno del Biennio di Arti
Visive nella classe della curatrice Angela Vettese. Attualmente è studentessa di Atelier Direction presso l’Accademia di Belle Arti di Verona.


Presenta le opere che oggi più la rappresentano, lavori che trasportano lo spettatore in un mondo “altro”, trasognante, un territorio popolato da strane
creature antropomorfe. I mondi raccontati racchiudono riferimenti (e citazioni) a quelle che sono le sue passioni, fra queste emerge il suo
interesse per la cultura Vittoriana, con le illustrazioni di John Tenniel, per il celebre romanzo di Lewis Carroll Alice nel Paese delle Meraviglie, e
soprattutto per la pittura di Hieronymus Bosch con le sue visioni mostruose.

Benedetta racconta:

«ho immaginato un mondo, …, un mondo mio, fatto di ricordi e scarti, animali fantastici e piante inesistenti… [ciò che creo] diviene portatore di pensieri, tragedie e storie che mi appartengono»
Questi disegni racchiudono anche quelli che sono i suoi tormenti, le sue angosce, come l’ereditarietà dei vizi e le anatomie scomposte. Mentre l’artista lavora lascia che ogni pensiero la raggiunga e la condizioni: questo metodo di lavoro si configura nella mente di Benedetta come mezzo catartico per espiare i suoi tormenti, i suoi incubi, all’interno dei quali
riconosce che la fragilità, propria della natura umana, porta con sé anche l’alterità e la mostruosità. Con grande senso di introspezione ritrae i conflitti dell’uomo, esattamente come li concepisce al proprio interno, dove vige
uno stato di perenne battaglia.

Attraverso la sua poetica Cammarota non intende solamente mettere in scena un’autobiografia ma anche aprire il sipario sulla deviazione del
normale a partire dalla rottura di un nucleo: mostra il segreto che tutti dovevamo conoscere da tempo, crea macchine catartiche in cui confessarsi.