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Alberto Palmieri

CINEMA |

Alberto Palmiero nasce il 05/01/1997 ad Aversa (CE), frequenta la quarta liceo nel 2013 a Chicago (IL,
Stati Uniti) grazie a una borsa di studio Intercultura, esperienza che gli permette, per la prima volta, di
avvicinarsi al mondo del cinema. Tornato in Italia, si iscrive nel 2015 alla facoltà di informatica
dell’università degli studi di Salerno per conseguirvi poi la laurea nel 2018. Nel 2018 realizza il
cortometraggio “Saddafà”, grazie al quale viene ammesso al Centro Sperimentale di Cinematografia di
Roma , una delle più antiche scuole di cinema di Europa. E’ lì che gira i cortometraggi “Il pesce toro”,
“Luntano” e “Amarena” i quali hanno partecipato a numerosi festival nazionali e internazionali. Del suo
ultimo lavoro “Menomale” è anche protagonista.
Sinossi:
Peppe, infermiere napoletano, deve aiutare la sua ragazza, Anna, a traslocare nel luogo in cui andrà a
lavorare come insegnante. In un caldo pomeriggio di settembre, i due cercheranno di capire cosa sarà
della loro giovane storia d’amore.
Note di regia:
“Menomale” è un corto che racconta la difficoltà di credere nell’amore quando ci si trova costretti a
vivere lontani. L’idea è nata osservando da vicino la storia d’amore tra il mio compositore, Chicco, e
Raffaella, costretta, poco dopo l’essersi fidanzata, a trasferirsi a Milano per ragioni lavorative.
La cosa che più mi affascina è il fatto che sia una storia tipicamente meridionale. Più volte mi è capitato
di pensare che questo piccolo dramma relazionale sia il risultato della condizione socioeconomica in cui
versa il Sud Italia, specialmente se si parla di una determinata classe sociale che non può permettersi di
anteporre i propri desideri al lavoro. La risultante è solo rabbia, espressa con rancore dal ragazzo e con
pacata rassegnazione dalla ragazza, rabbia che però non ha un vero destinatario. Perché è il mondo che è
sbagliato, è ingiusto. E da qui la domanda che si pongono i personaggi in questo lungo pomeriggio, di noi
che sarà?
Per la prima volta in un mio lavoro ho deciso di interpretare il ruolo del protagonista. Questa è stata senza
alcun dubbio la sfida più ardua da affrontare. Oltre a cambiare il processo creativo, anche la regia cambia,
diventando più emotiva che visiva. In conclusione, è stato un bellissimo viaggio, mi sono divertito tanto e
ho potuto sperimentare tante cose che spero possano concretizzarsi nei miei futuri progetti di
lungometraggio.