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Gina Babić

SCULTURA | LAZIO

Gina Babić è un’artista e medico classe ’95. Modella l’argilla unicamente a banco e predilige la tecnica del colombino poiché più permissiva e adatta alla costruzione di forme irregolari, che il più delle volte nascono dalle suggestioni fornite dall’ambito medico. Partendo dagli spunti formali del suo primo mestiere, crea oniriche chimere anatomiche che esplorano in senso contemporaneo il concetto di barocco e affrontano tematiche attuali quali la corrispondenza fra crisi climatica e crisi identitaria delle nuove generazioni, la somatizzazione del trauma e la fragilità della psiche. Il meccanismo narrativo è spesso la deformazione, intesa come evasione dalla forma e dalla regola.

VENERE!

Terracotta smaltata
Dimensioni: 43 × 28 × 28 cm ca
Anno: 2024

VENERE! è un’opera realizzata in terracotta mediante la tecnica del colombino. La scultura si articola in un blocco unico, in cui si riconoscono gli abbozzi di una testa e di un corpo, e in due elementi cordoniformi che fungono da ponte fra i due segmenti.

Sin dal titolo, l’opera rievoca la tradizione delle Veneri Paleolitiche, rappresentazioni generiche ed anonime della femminilità diffuse tra le culture preistoriche come oggetti dal significato magico e propiziatorio. In VENERE! la femminilità è suggerita da timide sinuosità, mentre seni e fianchi non sono chiaramente intuibili. Dai volumi morbidi emergono bozzi e nodosità che sembrano sollevarne la superficie come noduli sottopelle.

La materia ceramica, solida e densa, diventa un velo sottile attraverso cui trasparisce la sofferenza del corpo che giunge all’estrema deformazione in risposta all’esigenza di contenere ciò che altrimenti straborderebbe: il trauma dell’oggettificazione, la violenza della categorizzazione e della finalizzazione della corporeità femminile.

La deformazione è intesa quale metafora della somatizzazione, fenomeno umano che consiste nel rendere organico un conflitto psichico. A differenza delle donnine paleolitiche, in VENERE! il capo ha un suo peso specifico: la posa reclinata non racconta autocommiserazione, ma introspezione e consapevolezza di sé. I due cordoni creano inoltre una congiunzione tra testa e corpo, due centraline che assorbono e rielaborano gli input provenienti dall’esterno.

La scelta cromatica dello smalto richiama l’ocra rossa attribuita alla Venere di Willendorf, ma soprattutto il fucsia-viola della lotta femminista.


Fire Walk with Me

Terracotta smaltata, modellazione a colombino
Dimensioni: 33 × 25 × 28 cm
Anno: 2024

Fire Walk with Me è un’opera scultorea realizzata in terracotta smaltata mediante la tecnica del colombino. Il manufatto riproduce un fuoco vivo le cui fiammelle si proiettano in alto verso il cielo. È un fuoco rosa, un fuoco di lotta, un fuoco d’amicizia e di sorellanza.

L’opera si ispira alla simbologia adottata dal movimento Non Una Di Meno nella lotta ai femminicidi, lesbicidi e transcidi che ogni anno infiammano le case di tutta Italia. Nel 2025 (dati aggiornati all’8 ottobre 2025) sono stati 82 gli eventi omicidiari di genere, come riporta l’Osservatorio di NUDM.

La fiamma rappresenta più livelli simbolici: il focolare domestico, il fuoco del martirio di molte figure femminili, il fuoco della Fenice che rinasce dalle proprie ceneri (“Post fata resurgo”), e allo stesso tempo un allarme, una richiesta di aiuto.

Il titolo, Fire Walk with Me — citazione dell’opera cinematografica di David Lynch e motto della lotta femminista e transfemminista — è un’esortazione a unirsi a questo fuoco, perché non cada il buio su un’emergenza che resta sistemica ed epidemica: quella del femminicidio.