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Alessio Alì

MUSICA | Lazio

Alessio Alì è un cantautore calabrese classe 2001. Dopo l’incontro con Honiro Label, si trasferisce a Roma con alcuni brani già scritti e nel 2022 pubblica con l’etichetta il suo primo EP, “Vorrei fare un passo indietro per sbirciare gli anni ’80”. Grazie a questo lavoro inizia a portare la sua musica dal vivo, sperimentando formazioni e set diversi in club e spazi indipendenti in tutta Italia.

Nello stesso anno presenta la domanda per il Corso di Alta Formazione dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, avviando ufficialmente il suo percorso artistico e autoriale. Nei due anni successivi scrive e registra nuovi brani che sottopone a premi e rassegne. Con l’inedito “Paura di cambiare” ottiene riconoscimenti importanti: Premio Gianmaria Testa, Premio Bindi e Miglior Testo al concorso Botteghe d’Autore.

Grazie al Premio Gianmaria Testa apre il live italiano di Goran Bregović e partecipa al Festival Canzoni & Parole a Parigi. Con il Premio Bindi si aggiudica inoltre il Premio Nuovo Imaie, che gli permetterà di realizzare un tour di cinque date.

“Paura di cambiare” e altri inediti nati durante il percorso a Officina Pasolini saranno parte del suo primo album, prodotto da Daniele Tortora (Mafio) e registrato presso il Terminal 2 Studio. Il disco si intitolerà “Fare piani perché si dovrebbe” e verrà pubblicato nella primavera 2026.

Descrizione del Progetto

Il concept del progetto nasce come una fotografia del momento fragile e potentissimo che si vive tra i venti e i venticinque anni: il bisogno di scegliere una strada e la paura che ogni scelta nasconda un’incognita più grande del previsto.

I brani sono concepiti come quadri di vita quotidiana, scritti e registrati in presa diretta con una band per restituire urgenza, immediatezza ed emozione. L’estetica musicale oscilla tra indie pop e influenze internazionali, mantenendo sempre al centro la parola.

Il disco “Fare Piani Perché si dovrebbe” — in uscita nella primavera 2026 — racconta cosa significa crescere lontano da casa, imparare a fare piani senza garanzie, e scoprire che a volte la semplicità è la scelta più radicale. Non è un disco che offre risposte: è un disco che pone domande, accoglie le contraddizioni e invita a riconoscersi nelle fragilità che ci accomunano.

La produzione, curata insieme a Daniele Tortora (Mafio) al Terminal 2 Studio, costruisce un percorso sonoro che unisce spontaneità e cura del dettaglio. Attorno alle canzoni prenderà forma anche un immaginario visivo coerente, fatto di immagini intime, colori caldi e oggetti quotidiani trasformati in simboli (musicassette, agende, calzini dalle fantasie particolari): un’estetica che ribadisce che la musica non è solo da ascoltare, ma da abitare.