Letizia De Ieso
CINEMA | TOSCANA
Letizia De Ieso è nata il 04/10/2002 a Benevento. Ha frequentato il Liceo Classico P. Giannone e successivamente la BCT Academy. Qui, ha potuto approfondire la regia, la sceneggiatura, la recitazione ed il montaggio. Ha partecipato alla scrittura e direzione del cortometraggio accademico ‘Ombre del reale’. La prima esperienza sul set è stata in qualità di comparsa in ‘Parthenope’ di Paolo Sorrentino. È stata ad Ottobre 2024 stagista sul set di ‘The Runner’, regia di Michael Trim. Letizia si è iscritta al laboratorio teatrale ‘Quartiere Teatro’. Ad ottobre 2023 ha presenziato alla masterclass del progetto BCT extra, in cui sono avvenuti incontri (lezioni e pitching) con sceneggiatori e produttori. Durante Gennaio 2024, è stata aiuto regia del cortometraggio ‘Soul Eater’. A Marzo 2024 scrive di critica cinematografica per ‘Recencinema’. Intanto scrive la sceneggiatura di ‘Spigoli di palloncino’, successivamente diretto ed interpretato. Entra a maggio 2024 in Avamat, casa di produzione cinematografica indipendente. Scrive per la redazione di Avamat su ‘Quaderni di cinema’, rubrica di critica cinematografica. A Luglio 2024 è co-sceneggiatrice e co-regista di ‘Pubblicità sciolta’ (prod. Avamat); inoltre è assistente alla regia e figurazione per ‘In attesa del titolo’ di Emanuele Matera (prod. Avamat). A Settembre 2024 ha fatto parte dello Staff di NiC distribuzione, ramo di Avamat, partecipando come giuria per selezione di cortometraggi, e presentatrice per le serate di Benevento.
Descrizione progetto in concorso
Spigoli di Palloncino
Spigoli di palloncino parla di ognuno di noi. Una ragazza, lascia volare un palloncino che continuerà a seguirla nei suoi pensieri. Si da il caso che tale palloncino, contrassegnato da colori sgargianti e spigoli appuntiti, rappresenti metaforicamente i lati che tutti abbiamo, ma che con il passare del tempo tendiamo a sopprimere, a voler nascondere perché difficili da gestire. Nel cortometraggio è messo a confronto con un altro palloncino, rotondo e monocolore, che la ragazza sceglie inizialmente di tenere, illudendosi che non avendo spigoli sarebbe stato più facile. Ma la difficoltà non è negli spigoli, ma nell’avere a che fare con un qualcosa di non-autentico, e dunque difficile per questo. Chiudendo gli occhi, la ragazza, si accorge di essere seguita da tutto ciò che lei tenta di sopprimere in se stessa, di quei colori che tentano di farsi largo, e lei che fugge, fugge, fugge…si modella a piacimento altrui, levigando quegli spigoli fino a farli diventare tondi ed uniformi agli altri palloncini. Meglio essere sè stessi, unici, nei propri colori e nelle proprie diversità, o identici soldatini?