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Gaia Terranova

PITTURA | SICILIA

Gaia Terranova nasce a Modica, 15 agosto 2000.
Nel 2019 consegue il diploma di maturità al Liceo artistico di Brescia, città dov’è cresciuta e ha vissuto dall’età di otto anni fino agli inizi degli studi accademici.
Dal 2019 studia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna dov’è studentessa della cattedra dell’artista e storico dell’arte Massimo Pulini.
In occasione di Open Tour 2023 partecipa all’esposizione collettiva Crogiolo a cura di Carmen Lorenzetti e Giuseppe Lufrano, mostra tenutasi all’interno degli spazi espositivi della Fondazione CARISBO a Palazzo Saraceni.
Nel 2024 presenta le proprie opere ad Artefiera in occasione della collettiva The Uncanny effect curata da Marinella Paderni e alle mostre Senza titolo a cura di Antonio Sarnari presso la galleria Quam e Solo disegno a cura di Eleonora Frattarolo presso la galleria L’Ariete.
Attualmente vive e lavora a Bologna.

Descrizione progetto in concorso

Diesis (Oltreversi)

[…] il suo è un lavoro sulla luce, o meglio, un’analisi sulla relazione tra luce e visione interna: a tutti gli effetti una meditazione attraverso il disegno.
Il procedimento è quello della stratificazione, questa fa sì che gli ossidi dei metalli vengano bloccati cristallizzati attraverso carta e varie vernici antiruggine.
Vi è una volontà di tenere “attive e reattive” le parti morte del metallo attraverso la stratificazione e il disegno che, di strato in strato, ricalca le forme morte del metallo.
Un processo primario che consiste nel portare il metallo alla sua ossidazione ed un processo secondario che li vuole tramandare e cristallizzare attraverso il materiale effimero della carta (un togliere ed un mettere, dove per “togliere” non viene utilizzata la cancellazione ma l’ossidazione o la corrosione).
Da principio non vi è un disegno preparatorio ma una sorta di reticolo immaginario, questo, tra una lastra e l’altra, genera delle coordinate che scandiscono le forme dal particolare al generale e viceversa, ciò permette all’opera di poter essere assemblata e configurata in diversi modi. È un’opera mutaforma. Muta con la possibilità di variare allestimento, di ‘incastrare’ tra loro le visioni, muta a seconda della percezione del fruitore e muta in base alle condizioni di luce dell’ambiente (perché certi metalli possono riflettere la luce o assorbirla, la carta scandisce le densità e i modi di configurazione della luce).