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Matteo Moro

LETTERATURA | Lazio

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Matteo Moro nasce a Pisa nel 1994. Vive 24 anni nella provincia livornese, prima di trasferirsi a Roma nel 2018, per studio e lavoro, dopo alcune brevi esperienze in Estonia e in Russia. Attualmente vive ancora a Roma, nel quartiere San Paolo, dove lavora e, talvolta, scrive.

DESCRIZIONE OPERA:

la neve che non ci siamo detti è un diario del dolore. parla del centro periferico dei ricordi da cui si staccano schegge di parole che provano invano a coprire la parete bianca del futuro. di treni in ritardo e di lampioni difettosi. della ricerca di un senso che è stato iniettato nelle nostre vite con delle siringhe contaminate. del rumore metallico dei singhiozzi del passato che inquinano il presente, della speranza che è un frutto marcio, della vecchiaia che è l’eco di un mostro. del modo in cui le persone senza un segnale preciso escono per sempre dalle nostre vite e noi nemmeno ce ne accorgiamo. parla della violenza intima dell’abolizione di un anno vissuto con l’esasperazione della convinzione dell’amore. sentire tutto e non dire niente. di tutti i veli con cui ci copriamo per dissimulare una felicità di plastica, artificiale, commercializzata. del tentativo di ribellarsi alla tristezza per trovare una disperazione nuova, rivoluzionaria, che ci dia la forza di cambiare le cose. dell’impercettibile processo di ricambio delle cellule del nostro corpo che ci fa dimenticare tutte le persone che siamo stati. parla dell’amore che viene a salvarti ma non lo puoi vedere perché hai ancora dei chiodi piantati negli occhi. parla dell’inevitabilità del passato e dell’inconsistenza del futuro, di angeli ubriachi e di tristezza trattenuta nei polsi.