Skip to main content

Giuditta Giuliano

LETTERATURA | Puglia

Facebook

Instagram

Instagram 2

Laureata in Filologia Moderna, nasco e cresco in Puglia, dove attualmente vivo e cerco lavoro nel settore della cultura. Ho frequentato Letteratura Musica e Spettacolo a Roma dal 2013 al 2017 e sempre in quel periodo ho fatto parte di un collettivo artistico, “Il Varco”, con cui ho collaborato e pubblicato testi, tra cui quattro poesie e due racconti confluiti nell’Antologia “L’aria che tira”, edita nel 2015.

Assidua frequentatrice di reading poetici, continuo a coltivare giorno per giorno la mia passione. Attualmente sto sperimentando nel campo delle performance teatrali e sto ultimando la mia prima raccolta di poesie mentre, in parallelo, sono impegnata nella stesura di una raccolta di racconti lunghi. A novembre 2022 inizierò a svolgere il dottorato di ricerca in “Scienze della Formazione, dello Sviluppo e dell’Apprendimento” presso l’Università di Foggia.

Alcuni testi tratti da “Il Sangue Illuminato” sono arrivati in finale al “Premio Inedito Colline di Torino” (XXI edizione) e al “Premio Bukowski” (IX edizione), le cui cerimonie di premiazione si sono tenute, rispettivamente, il 3 giugno e il 21 giugno dell’anno corrente.

DESCRIZIONE OPERA

I quindici testi da me presentati in concorso, sono estratti da una raccolta poetica in versi liberi dal titolo “Il sangue illuminato”. La raccolta è divisa in due sezioni, una “di sangue”, l’altra “di luce”, a simboleggiare il movimento continuo di forze che nell’animo umano si fa compresenza e dialogo piuttosto che scontro tra opposti.

Eros e Thanatos, corpo e anima, impeto e levità eterea, ossessioni, amori malati, follia fanno parte di questi versi, come pure la ricerca di un oltre che a volte prende forma in fugaci epifanie, immagini luminose, altre volte si traduce in estatico annullamento del sé. Il percorso in cui è strutturata la raccolta segue una progressione: se nella prima parte i componimenti si mostrano intimamente legati ai temi della carne, della vendetta e delle pulsioni umane più oscure declinate nel senso di una personalizzazione a tratti ossessiva, l’intensità di questi va diminuendo via via che ci si avvicina alla seconda parte, dove il percorso di guarigione dell’anima procede gradualmente fino alla sua sublimazione nell’armonia del cosmo.

Così, a tenere insieme le immagini, c’è un’interiorità che rifugge ogni compromesso nel momento stesso in cui si fa linguaggio. Unica conciliazione possibile è quella che prevede la compresenza delle due polarità – luce e sangue – nel tessuto dell’opera, senza mai arrivare a minacciare la sopravvivenza di una a discapito dell’altra.