Claudia Lo Stimolo
FOTOGRAFIA | Piemonte
Claudia Lo Stimolo nasce a Torino il 3 luglio 1990, si diploma all’Istituto Albe Steiner con indirizzo grafica pubblicitaria ed è insegnate di materie multimediali e di fotografia nelle scuole secondarie di secondo grado, dove ha svolto progetti innovati inerenti all’immagine e all’introspezione.
Artista e fotografa che ama esprimere se stessa e la sua creatività.
Con la nascita della figlia Emy ha sentito la necessità di ritagliarsi degli spazi di ricerca incominciando ad approfondire le potenzialità della fotografia con uno sguardo indagatore degli ambienti abbandonati ed erosi dal tempo in relazione alla figura umana. L’amore per la natura, con i suoi spazi ancora incontaminati, le ha consentito di consolidare un profondo sentimento per questa forma di espressione.
Come lei stessa sottolinea: «La fotografia è l’arte che mi aiuta a esprimere il concetto di bellezza e i miei stati d’animo interiori attraverso l’uso di un linguaggio personale che cerco di costruire scatto dopo scatto. Ho iniziato avvicinandomi alla fotografia di paesaggio, per poi spostare l’attenzione sull’elemento più importante per me, cioè l’essere umano. Amo ritrarlo sia sotto forma di nudo, studiandone il corpo e il modo in cui la luce ne fa risaltare alcune caratteristiche, sia sotto forma di reportage in cui cerco di raccontare storie di vita vissuta».
Ha partecipato a collettive e personali, recentemente ha ideato Il progetto Carpenter Trees insieme al designer e creativo del Legno Giuseppe Bruno esposto sia in Italia sia all’estero.
In futuro vorrebbe realizzare in autonomia mostre ed eventi personali con l’obiettivo di far conoscere maggiormente il suo operato artistico.
DESCRIZIONE PROGETTO IN CONCORSO:
Nella mia personale interpretazione ho cercato di plasmare nella contemporaneità la nudità di un angelo incarnandolo nella figura umana della modella DeliCate.
Dal testo critico di Paola Simona Tesio:
«Le rovine non restano mute, ma sono la testimonianza di un passato che non ci è dato sapere, a cui l’angelo volge lo sguardo mentre il vento, ovvero il tempo inesorabile, lo sospinge verso il divenire.
La nudità umana si integra nel contesto, in modo armonico e allo stesso tempo dissonante con gli ambienti spogli ma pregnanti del sussulto dell’esistenza.
Un vuoto che diviene significativo e si carica di senso, dove questi spazi dimenticati si rivelano allo sguardo nella loro decadente bellezza».
La scelta di unire l’ambiente spoglio alla sinuosità della figura femminile nasce da una mia personale ricerca, in cui vado ad accostare due elementi contrastanti al fine di farli esaltare maggiormente. L’ambiente spoglio e freddo fa da sfondo alle morbide curve del corpo femminile, dove lo studio delle pose e della luce vuole essere un richiamo dell’arte classica.