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Claudia Di Palma

LETTERATURA | Puglia

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Claudia Di Palma, nata a Maglie nel 1985, vive e lavora a Lecce. Tra le sue esperienze più importanti si annovera la passione per il teatro. Ha collaborato con “Astràgali Teatro” (2005) e “Asfalto Teatro” (2006/2012). Nel 2016 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, Altissima miseria (Musicaos Editore), ricevendo diversi premi e riconoscimenti (Vincitrice del Premio Nazionale di Poesia “Luciana Notari” nella sezione “Opera prima”, Finalista Premio Gradiva-New York, Finalista Premio Internazionale di Letteratura “Città di Como”, Attestato di Merito al Premio Internazionale di Letteratura Alda Merini – Brunate, Vincitrice del Premio speciale del Presidente della Giuria del Concorso “Interferenze” indetto da “Bologna in Lettere”, “Medaglia d’onore” al Premio  Internazionale di poesia “Don Luigi Di Liegro”). Nel 2021 ha pubblicato la raccolta di poesie Atti di nascita (Minerva Edizioni). È presente nell’antologia poetica Il corpo, l’eros (Giuliano Ladolfi Editore, 2018), nell’Almanacco di poesia italiana Secolo Donna 2019 (Macabor Editore), nell’Antologia della nuovissima poesia pugliese I cieli della preistoria (Marco Saya Edizioni, 2022) e in diverse riviste, tra cui “Atelier”, “Gradiva”, “Le Voci della Luna”. Le sue poesie sono state tradotte in inglese e in spagnolo. Fa parte della piattaforma europea di poesia “Versopolis” e della redazione del lit-blog “Poeti Oggi”.

DESCRIZIONE OPERA:

Le quindici poesie presentate al concorso MArteLive fanno parte della raccolta Dietrofront, di prossima pubblicazione. Si tratta di un lavoro sulla forza delle parole. Scrive Fabio Maria Serpilli: 

«Il lavoro di Claudia Di Palma si configura come un corpo a corpo con la parola, sapendo che l’oggetto della poesia è il linguaggio. Nell’incontro scontro tra parola e realtà, tutto verte sul versante del significante nel sistema della comunicazione. La parola è in continuo assedio a un nucleo di senso pur mostrando tutti i suoi limiti poiché, proprio da ètimo, non riuscirà mai ad esaurire il significato. Eppure il suo limite è anche la sua dignità e forza. E quando le parole non penetrano le cose del mondo, si trasformano in un monologo o tuttalpiù si riducono a un dialogo tra umani. La parola ha anche la funzione di evocare il fantasma non bene identificato alla Aspettando Godot (di Beckett) e spesso il nome si esaurisce nell’urlo tragico e impotente di Munch. “Sono significante, vado in cerca / di un significato smarrito…” e ancora: “Cerco invano un senso / come si cerca un antidoto”. Questi versi dichiarativi della Di Palma evocano un passo significativo della poesia di Saba: “Credi, non è la gravità dei pesi, / è l’inutilità della fatica”.»