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Maria Martire

CINEMA | PUGLIA

Maria Martire è una regista e sceneggiatrice di Barletta, classe 1999. Nel 2022 ha conseguito la laurea triennale in Teorie e Tecniche dell’Audiovisivo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Attualmente vive a Roma. Nel 2019 ha realizzato il documentario “Fuori dal mare”, selezionato al Gaia Film Festival 2022. L’anno successivo, 2020, ha partecipato alla residenza artistica “Kino Guarimba” ad Amantea, dove ha scritto e diretto il cortometraggio “Radice”. Nel 2021 ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura al 42h AS Film Festival con il cortometraggio “Tre storie troppo corte per un corto”. Sempre nel 2021, ha scritto e diretto il cortometraggio “Control Zone”, selezionato al Comicron Film Festival 2022. Inoltre, ha realizzato un video d’animazione utilizzando la tecnica del collage analogico-digitale, selezionato al Linea d’Ombra Festival 2022. In occasione della sua tesi di laurea, ha realizzato il primo cortometraggio di una trilogia intitolata “Trilogia della giovinezza”, che affronta il tema del confronto generazionale. Nel primo corto, “Lina”, il tema viene esplorato attraverso il folklore; il secondo, “Salto Mortale”, narra il sogno incompreso di un’attrice; infine, il terzo corto, “La Confidenza”, tratta delle costrizioni patriarcali. Nel 2024 ha lavorato come aiuto regia per il cortometraggio “Aria Viziata” diretto da Marco Stampone, vincitore del Festival dei Paesi Narranti, e ha collaborato alla realizzazione del teaser del nuovo lungometraggio “Noi al Quarticciolo” di Erika Pascucci.

Descrizione progetto in concorso

Lina

La Guria è uno spirito protettore che si aggira per le case antiche di Barletta. Qui, su alcune case del centro storico, si possono trovare scolpite delle facce mostruose che la raffigurano. Dopo anni dalla morte di sua nonna, la giovane Lina decide di fare i conti col passato e tornare a Barletta. Durante una visita nell’appartamento vuoto della nonna, Lina ha uno strano incontro che le farà scoprire il valore della memoria. Maria Martire riprende una leggenda popolare della sua città natale, Barletta, per scrivere una storia inventata ma allo stesso tempo personale e reale. Con un’ottica contemporanea crea un dialogo tra due generazioni lontane che hanno uno sguardo diverso sull’universo folkloristico. La Guria ha fatto parte dell’immaginario della regista fin da bambina. Ha sentito parlare spesso di questo spirito proprio nella casa in cui ha girata il corto. La casa apparteneva ai suoi nonni che spesso le raccontavano dei loro incontri con questo spettro. Dopo la loro morte, la casa è stata messa in vendita e vedendola man mano svuotarsi ha acquisito una forte potenza visiva e attrattiva. Così la scenografia è stata il punto di partenza e punto di forza nel processo creativo.