Skip to main content

Lidia Ricciardi

CINEMA | CAMPANIA

Lidia Ricciardi è laureata in Scienze Politiche alla Federico II di Napoli. Ho conseguito la mia formazione  nel corso di Filmmaker presso la Scuola di Cinema di Napoli e ho partecipato a un corso  professionale all’Audiovisual Napoli Hub di Apogeo e Altra Napoli. Durante il mio percorso  formativo mi è stata data la possibilità di rivestire svariati ruoli, nel reparto regia come in  quello di produzione e posto produzione, e di sperimentare le mie inclinazioni e potenzialità.  Dal 2018, ho avuto l’opportunità di lavorare in diversi progetti, ricoprendo ruoli quali  assistente alla regia per il film “Il peso esatto del vuoto” di Vincenzo Pirozzi, segretaria di  edizione per il cortometraggio “Chi spara per primo” di Emanuele Palamara (premiato con il  Nastro D’Argento per Miglior Commedia nel 2024), per i programmi televisivi RAI “Pizza Girls”  e “Tu vuo fa l’ammericano”, e per il videoclip di Gabriele Esposito “Nu ricordo luntano”. Ho  lavorato anche come montatrice per il format social “Silvano Science Show”, e ho diretto e  post-prodotto diversi cortometraggi premiati, come “Solo una lettera” e “Leggerissima”.  Inoltre, ho realizzato spot e videoclip, effettuato riprese di eventi come il COMICON 2024, e  collaborato nel reparto di produzione per il cortometraggio “Miss Postura” di Luca Turco, il  documentario “Al lavoro con Eduardo” di Vincenzo Pirozzi, e la miniserie “Na Storia” di Luca  Turco.

Descrizione progetto in concorso

Light

Light racconta la storia di una ragazza, Camilla, che frequenta il liceo e soffre di un disturbo  che la porta a vomitare ogni qualvolta sente di essere sotto pressione o di aver deluso le  aspettative altrui. Un giorno conosce un gruppo di ragazze che condividono la sua stessa sofferenza. Camilla  pensa di aver finalmente trovato un luogo sicuro dove può condividere il suo segreto senza  giudizio. Ma ciò che sembrava essere un rifugio sicuro si trasforma gradualmente in un  labirinto di emozioni complesse. 

Attraverso la storia di Camilla, il cortometraggio solleva importanti questioni sulla pressione  sociale, le aspettative irrealistiche e la necessità di un sostegno adeguato. È un cortometraggio che spero possa sensibilizzare e ispirare, aprendo la porta a  conversazioni significative sulla salute mentale e il benessere dei giovani.