William Rochira
VIDEOARTE | Puglia
Will Rochira, nato a Lecce nel 1996, è sempre stato affascinato da tutto quello a cui si potesse dare un’interpretazione creativa, che sia l’ illustrazione, il design, il cinema, la letteratura, la moda o altro. Si è trasferito in Inghilterra per intraprendere un percorso artistico accademico, prima alla Cambridge School of Art dove ha conseguito una prima laurea in Illustrazione e Animazione, poi a Londra alla Royal College of Art per un Master’s in Animazione dove ha approfondito la sua conoscenza del cinema e regia e ha perfezionato le sue competenze in vari programmi. Oltre che essere molto fiducioso delle sue capacità nel disegno e attenzione per dettagli e composizione, va fiero del suo essere avventuroso con tecniche, strumenti, concetti e contenuti. Le sue opere sono spesso amalgami di visioni, impressioni, sogni, reinterpretazioni di esperienze personali o scene prese da libri. L’unica regola che si pone prima di intraprendere un progetto è quella di fare in modo che la scelta del medium, che sia un dipinto o un’ animazione, non sia casuale. Se l’idea può essere espressa con una foto o un film in live action, con molta probabilità sarebbe superfluo impiegare le sue armi, più adatte a rappresentare quello che non si vede nel mondo concreto.
Descrizione progetto in concorso
Dwellers of the Basin (tradotto: Residenti/Rimuginanti della Conca) è un cortometraggio animato in 2D ispirato da eventi realmente accaduti a Will ed al suo gruppo di amici anni fa in un villaggio vacanze sul mare. Tratta la sfera delicata del disturbo mentale e la vergogna associata ad esso, in uno sfondo di dicerie e di gossip. La storia segue una giornata tipica di una ragazza del villaggio che innocentemente “raccoglie” gossip in spiaggia, fino a quando sente di una storia particolarmente allarmante riguardo a un ragazzo che conosce: Marco. La tecnica adoperata è “frame by frame”, un susseguirsi di vari disegni per dare movimento. Will ha optato di utilizzare solo matite (tutto a mano) per dare un senso di reminiscenza, come se stesse cercando di visualizzare un ricordo al meglio che potesse, e più velocemente possibile, per paura di perderlo. Nei momenti più fluidi dell’ animazione si arriva a 12 disegni al secondo, in altri un po’ più statici ha usato tecniche sperimentali, provando e riprovando per vedere cosa funzionasse. La storia pur essendo ispirata da eventi accaduti realmente, è stata reinterpretata totalmente per soffermarsi su alcune situazioni, emozioni e comportamenti plausibili che verrebbero a verificarsi in condizioni simili. Lo stigma dei disturbi mentali, l’imbarazzo di essere associato con qualcuno che ne soffre, le incomprensioni che possono avvenire quando si è vicini.