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Gabriele Dylan De Simone e Renato Di Maggio Rodrigues

FOTOGRAFIA |

Gabriele Dylan De Simone (Termoli, Italia, 1993) è un fotografo e videomaker di moda che lavora a Roma.

Dopo aver concluso gli studi liceali, si trasferisce nella città di Roma dove in seguito ad un importante percorso formativo presso l’istituto di Accademia Italiana di Roma, perfeziona le sue capacità in quello che presto diventano le sue passioni, la fotografia e video. 

Lavora nella produzione di editoriali, campagne pubblicitarie e mostre artistiche insieme ad altri professionisti, e arricchisce la sua esperienza migliorando sia tecnicamente che professionalmente, ottenendo cosi pubblicazioni su riviste di Moda internazionali. 

Dopo il conseguimento della laurea in fotografia e il corso di specializzazione di moda, si avvicina al mondo delle belle arti sviluppando progetti artistici  in collettivo esposti presso la Rinascente di Roma e la Ikigai Art Gallery. Lavora come fotografo e videomaker freelance presso lo studio fotografico “White Studio” riuscendo a collaborare nello sviluppo di produzioni commerciali, e presso Cusano Italia TV come post-produttore di video 

Egli definisce il proprio concetto di fotografia non come una mera documentazione fotografica dell’abito, ma bensì come l’insieme di emozioni legate all’evento nella quale l’abito viene indossato: “L’abito è solo un’estensione della propria pelle”.

“Sia viventi che non, hanno un’anima; sta solo a noi avere la capacità di saper leggerla” per questo motivo l’artista cerca, attraverso i propri scatti, l’estrapolazione della parte immateriale del soggetto/oggetto fotografato che neanch’essi sà di possedere.

Renato Di Maggio Rodrigues, nato nel 1996 a Basilea, Svizzera, è un eclettico fotografo e pittore autodidatta che opera tra Basilea e Roma. Nel biennio 2017-2018, ha frequentato lo studio dell’artista svizzero Gilbert Uebersax presso l’Atelierklingental a Basilea, stabilendo una proficua collaborazione artistica e formativa.

Nel 2018, ha avviato la sua carriera come fotografo di strada a Brighton, Inghilterra, trovando ispirazione nell’atmosfera della città che ha alimentato la sua curiosità e il suo interesse per la fotografia. Dopo aver esplorato l’Inghilterra, ha acquisito esperienza professionale nelle principali capitali europee, approfondendo la sua ricerca artistica.Nel 2020, si è diplomato all’Accademia Italiana d’Arte, Moda e Design di Roma, iniziando la sua carriera come fotografo di moda. Tuttavia, il suo interesse si è gradualmente esteso alle arti visive, spaziando dalla fotografia alla tecnica mista e alla pittura. Attualmente residente a Basilea, fa parte dell’Art Lab organizzato dalla Fondation Beyeler. Nella sua dichiarazione artistica, Renato esplora il concetto del tempo, della memoria e dell’infanzia come un tempo immediatamente accessibile. Lavorando attraverso assemblaggi di fotografia e pittura a olio, esplora le ramificazioni di domande filosofiche, considerando la fotografia come un gioco tra immortalità e contingenza, e l’intervento a olio come l’imprevedibilità del gesto intrinseco, capace di attivare deviazioni accidentali. Le sue opere sono state esposte in mostre selezionate a Basilea, Roma, Lucerna e Zurigo.

Descrizione del progetto

Titolo progetto: Anima Emergente;

Collettivo artistico di Gabriele Dylan De Simone e Renato Di Maggio Rodrigues; Testo di Ludovica De Joannon;

Concept:

Il progetto Anima emergente percorre le inquietudini di un corpo in lotta, fino alla sua emersione luminosa. Nel conflitto con quanto ne impedisce il libero movimento, infatti, trova espressione quella potenza originaria che, nello sforzo di aprire nuovi scorci, preserva e trasforma la vita stessa. Il corpo si raccoglie, curvo nel silenzio di un’esperienza a cui nessun altro ha accesso, ma non per questo è inerte: dove le forze non smettono di metterla alla prova, l’esistenza afferma se stessa in tutti i modi che le rimangono disponibili. Aprendosi, così, al cambiamento. Le foto indagano le forme incarnate con cui l’anima reagisce alla perdita d’equilibrio. È il desiderio vitale che scalpita e fende le opprimenti sovrastrutture per far entrare aria e luce. È la fatica di Sisifo che rinnova se stessa nei residui, persistendo ancora e ancora. Il velo, l’Altro della lotta, si distingue per ciascuno di noi. Non si dà una volta per tutte né una volta per tutti. È la stanchezza che si insinua sotto la pelle, il fallimento che ci inchioda dove siamo, la sensazione di non poter più fare affidamento su quanto davamo per certo. Vulnerabili e comunque ardenti, incontriamo forze ora assonanti ora in contrasto con il nostro divenire. In questo confronto con l’Altro, cui siamo chiamati, possiamo potenziarci, esaltarci ma anche inibirci, contraddirci. L’esito è imprevedibile. È qui, però, che si presenta l’occasione per diventare qualcosa di diverso. Nel più grande e intimo caos di cui facciamo esperienza, ogni ritaglio di corpo prepara nuovi slanci. Esistendo, resistiamo, ci aggrappiamo risolutamente al bordo di quel che si offre come possibilità di equilibrio – la sedia, una postura ferma – cercando di liberarci una volta per tutte dal peso che il velo porta con sé. Alla possibile sottrazione della libertà, l’anima risponde allora con la lotta, scoprendosi, infine, corpo capace di disubbidienza corpo vivo corpo intenso ed emergente.