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Letizia Zatti

CINEMA |

Letizia Zatti cresce a Bergamo, dove frequenta il Liceo Artistico e si appassiona al mondo dell’arte figurativa.

A diciannove anni viene ammessa al corso triennale di produzione cinematografica, presso la Civica di Cinema Luchino Visconti di Milano, dove si trasferisce.

Già durante gli studi inizia a lavorare come assistente di produzione presso la Basement production e altri set pubblicitari, per poi specializzarsi come assistente alla regia di spot e film con l’aiuto regista Miguel Lombardi. In questo ruolo ha lavorato per film come Amici come prima, 10 Giorni senza Mamma, e Rapiniamo il duce.

Dal 2020 realizza diversi backstage di film, tra cui 10 Giorni con Babbo Natale, A Classic Horror Story e 7 Donne e un mistero.

Nel 2021 realizza il cortometraggio indipendente Acqua che scorre non porta veleno, con protagonista Emilia Scarpati Fanetti, selezionato a numerosi festival e vincitore di alcuni premi, tra cui Best Short Film al Festival Internacional de Cine de Iquique, al Longless Film Festival e al River Film Festival. Oltre a Miglior fotografia all’ Emberlight International Film Festival.

A novembre 2021 viene ammessa al corso di Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove realizza il corto-documentario Bambine mie, e i cortometraggi di finzione King Size e Dissidia, ora in fase di distribuzione. 

Attualmente Letizia Zatti frequenta il terzo e ultimo anno di Centro Sperimentale.



DESCRIZIONE PROGETTO

 

ACQUA CHE SCORRE NON PORTA VELENO è una storia d’amore, tra una donna e la sua casa.

Racconta un frangente di vita, quello in cui una donna si introduce di nascosto nella casa dove vive il suo ex compagno, un tempo casa di entrambi. Come se fosse un rito si gode un’ultima volta quel luogo, se ne riappropria, cercando di superare il dolore che evoca. 

E alla fine ci riesce, a modo suo, con un gesto simbolico sul filo della vendetta.

 

La storia nasce dalla volontà di raccontare una storia semplice, scritta per sottrazione, giungendo all’essenziale. Una storia intimista che narra la ferita di Matilde attraverso la metafora della casa: luogo-nido, concretizzazione dell’amore perduto.

Sin da subito era ben chiaro che i protagonisti della storia sarebbero stati due: Matilde e la Casa.

La location infatti è l’appartamento a Milano dove la regista ha vissuto 4 anni. Una casa che ha amato e odiato, che ha arredato con amore e da cui poi è stata sfrattata, e che solo dopo aver terminato il corto è riuscita a lasciare andare. 

 

Il tema della casa come luogo identitario torna spesso nella poetica della regista, che si sofferma sugli spazi come se volesse catturare l’essenza della persona che la abita.

 

Lo sviluppo del progetto ha visto coinvolti giovani professionisti del settore, nonché ex studenti di varie scuole di cinema quali la Civica di Cinema Luchino Visconti di Milano e il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Un’asse tra Milano e Roma che, unendo i due poli dell’audiovisivo, guarda con lungimiranza ad un futuro di collaborazioni al femminile e alleanze professionali.

 

Con Emilia Scarpati Fanetti, Luca Mammoli

Scritto da Noemi Punelli, Letizia Zatti

Prodotto da Maria Laura Moraci e 84 sostenitori Crowdfunding

Produzione esecutiva di Carolina Torre, Martina Bove

Fotografia di Eleonora Castiello

Scenografia ed Effetti speciali di Silvia Finesso

Costumi di Elena Guardiani

Trucco e capelli Giulia Bartolucci

Montaggio di Davide Morando

Suono Alberto Vismara

Casting Filippo Geri

Colonna sonora di Spinozo