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Silvia Autorino

VIDEOARTE | Campania

CURRICULUM VITAE

Coreografa, performer e insegnante di danza, la sua ricerca si fonda sulla connessione tra l’arte coreutica e l’arte grafica, nonché su un lavoro di continua collaborazione con musicisti dal vivo ricercando una connessione tra gli elementi e spaziando su tematiche coreografiche che non siano descrittive ma evocative.

Si forma come danzatrice a Portici (NA) nella scuola Accademia dello Spettacolo diretta da Irma Cardano e Virginia Vincenti. Durante la sua formazione ha studiato con prestigiosi Maestri tra cui Lia Calizza, Pedro de la Cruz, Bill Hastings e Chet Walker. Vince numerosi Concorsi di fama Internazionale e borse di studio tra cui quella che le ha permesso nel 2010 di seguire la Summer Intensive della Princeton Ballet School diretta da Mery Pat Robertson. Partecipa ai corsi estivi di prestigiose scuole tra cui l’Academie Princesse Grace diretta da Marika Besobrasova e l’Ecole Supèrieure de dence de Cannes Rosella Haigtawer diretta da Monique Loudieres.

Laureata in Graphic Design presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli (2014), in Coreografia presso l’Accademia Nazionale di Danza (2018), ultima i suoi studi con il massimo dei voti conseguendo il Master Cantiere Infinito in tecniche di improvvisazione coreutico-musicale in collaborazione con la Fondazione MAXXI, Conservatorio di S. Cecilia e l’Accademia Nazionale di Danza (2019) , seguendo seminari con coreografi di fama tra cui Alessandro Certini, Virgilio Sieni, Giorgio Rossi.

Nel 2017 insieme a Giulia Bean coreografa una nuova versione di “Le Sacre du printemps” per due pianoforti di Igor Stravinskij in occasione del 42° Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. Nel 2018 si candida tra i sei finalisti del Premio Roma coreografi con la coreografia “Esperimento grafico”, e con la stessa vince il Premio Nazionale delle Arti 2018 del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca per la sezione coreografia. Nel 2020 vince il bando “Le Notti dell’Opera” per produrre e presentare un assolo impegnata come protagonista e coreografa per Macerata Opera Festival 2020 con musiche dal vivo di Daniele Gherrino e Alberto Cari. A Giugno 2021 è ospite alla trasmissione “Uno Mattina in Famiglia” su canale televisivo Rai1 presentando la sua nuova coreografia “Delirium” con Roberta Fanzini. Nel 2021 Vince il Premio Roma nella categoria Published Dance Movie con l’opera video “Il costume di Valdrada”. Con la stessa opera viene selezionata per numerosi Festival internazionali (Colorado, Mexico, Mosca) e vince la Menzione Speciale per la sperimentazione al festival Immagi]na Film Festival 2021 .

Attualmente insegna danza contemporanea e classica in diverse scuole, fa parte del Kollettivo

Kairos (1,7) come danzatrice e coreografa partecipando a Festival e spettacoli Nazionali, collabora

con il magazine Live Performing&Arts per la sezione danza, con l’Ensemble ParoleCheDanzano diretto da Sandra Fuciarelli e con la Compagnia Ivir Danza diretta da Irma Cardano, si dedica alla creazione di opere di video danza.

IL COSTUME DI VALDRADA

 

Autore: Silvia Autorino

Performer: Roberta Fanzini, Mariangela Milano

Videomaker: Sara Grasso

Musica: Daniele Gherrino

Aiuto regia: Vittoria Guarracino

Montaggio ed Editing video: Silvia Autorino, Sara Grasso

   

ABSTRACT

Liberamente ispirato dal racconto Valdrada da “Le città invisibili” di Italo Calvino, l’opera video vuole condurre verso una riflessione emblematica sulla realtà dell’individuo e la sua apparenza.

Nel racconto calviniano Marco Polo racconta di una città posta sopra un lago, di nome Valdrada, nel cui riflesso si specchia ciò che accade all’interno delle abitazioni. L’immagine riflessa << ora accresce il valore delle cose, ora lonega >>. Dalla lettura di questo suggestivo testo nasce l’idea di rappresentare, attraverso mezzi digitali, una visione della città di Valdrada distaccata dalla realtà, lasciando al fruitore una percezione disorientante di ciò che si osserva. Ci si immerge nel riflesso del lago che veste di luce i corpi dei danzatori amalgamandosi con oggetti di un comuneabitacolo.

Non vedremo mai, se non solo per un istante, la vera Valdrada. Ciò che si riflette sullo schermo è ciò che si vuol far vedere, non ciò che appartiene a quei corpi che si muovono attraverso l’oggetto che verste le loro membra. Attraverso la loro immagine riflessa plasmano e ricostruiscono a loro piacere le loro profonde emozioni e azioni.

Questa sensazione di disorientamento vuole riportare a riflettere sull’uso dell’immagine nei giorni nostri. La nostra è una società dell’immagine, ognuno crea un’alter ego ingannevole di se stesso attraverso dispositivi e mezzi ultra avanzati. La nostra vera percezione di noi e della realtà si proietta in qualcos’altro. La visione dell’opera-video “Il costume di Valdrada” riporta a una realtà occulta e ingannevole che si riflette nel nostro quotidiano, un mondo pregnante di immagini che distorce la realtà delle cose.